In effetti la domanda che mi viene più spesso rivolta è più o meno questa: “Ma come può essere possibile che ti sia andato proprio sempre tutto storto?” Interrogato rispondo: a parte che al peggio non c’è mai fine, e che dunque resto un inguaribile, spettacolare, superficiale e sfacciatissimo maldestro, ma voi capirete che in realtà non è andata proprio sempre così… certo, è vero, gli inconvenienti più assurdi quelli come me un po' se li tirano dietro, ma è vero anche che ci piace metterli in risalto proprio per fornire a noi e a voi spunti di riflessione su quelle che possono essere dinamiche di rapporto e di incontro intelligenti e consapevoli piuttosto che non generate da chiusura e pregiudizio. Insomma sbagliando s’impara, e proprio per questo noi continuiamo a sbagliare moltissimo, sperando sempre di poter migliorare accorgendocene. Voi fortunati, invece, sbaglierete un po’ meno, perché avrete frattanto imparato in anticipo da noi come evitarvi gli errori. No?
E dunque proprio per questo ora vi elargirò tre dei miei personalissimi consigli di viaggio.
Consiglio n°1: abiti vecchi e lisi.
Non indossate mai vestiti e/o accessori nuovi di zecca acquistati per l’occasione(es. scarpe, scarponi, costumi da bagno, portafogli, marsupi etc) prima di averli testati per bene a casa: starete scomodi e soffrirete, perderete e sciuperete le vostre cose. In viaggio soltanto roba supercomoda e superconosciuta, meglio ancora se superovinata, così oltretutto non c’è più problema che si rompa o rovini. Ovvio, direte, eppure tanti ci cascano, ci si illude di attrezzarsi meglio, e invece… casini e imprevisti sono dietro l’angolo.
Consiglio n°2: itinerari “larghi”.
Sul posto, le prospettive cambiano, e le informazioni recuperate a casa prima di partire si rivelano spesso incomplete o peggio inesatte: lasciatevi sempre qualche giornata libera per potervela riempire nel modo migliore all’ultimo momento, se non volete tornare a casa con rimpianti e delusioni. Molte delle mie gags sono nate proprio andando a zonzo senza meta, questa sensazione di imprevedibile libertà è un po' il sale del mio viaggiare, non la cambierei per nulla al mondo, credetemi. E poi: si viaggia per conoscere cose nuove, mica per realizzare progetti predefiniti… quelli riescono molto meglio risparmiando e restandosene a casa. Intesi? Resistete alla tentazione di ergervi ad impeccabili manager del vostro viaggio, perché, anche se ci riuscite, vi sarà servito a poco. Per lo stesso motivo, diffidate sempre di tutti quelli che vi raccontano di aver portato brillantemente a compimento il loro serrato programma: ammesso che sia vero, state pur certi che in tal caso si saranno divertiti poco o nulla.
Consiglio n°3: “Chi mi dà una mano?”
E’ un giochino che amo molto inscenare: mi pongo un obiettivo che con tutta la buona volontà non posso raggiungere da solo(es. arrivare dove non ci sono mezzi pubblici, comprare in loco qualcosa sul web, decifrare iscrizioni o testi in lingue sconosciute etc) e… mi metto a chiedere aiuto in giro. Precisando che non fa nulla, che non è la fine del mondo se non si può, ma intanto che bello sarebbe se… non immaginate in quanti sono disposti a mandare all’aria una fetta della loro noiosa giornata per seguire un forestiero ed il suo strampalato progetto! Garantiti incontri piacevoli e positivi, gente bella e gentile, esperienze uniche e irripetibili. E materia preziosa per reportages. Perché, parliamoci chiaro, mettendoci nei loro panni: ma voi… non avete mai fatto o non fareste lo stesso? Io sì!