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Venerdì, 10 Maggio 2013 12:30

I Mobili Tibetani

 

Generalità.
I mobili tibetani sono sempre stati piuttosto rari. Eccezion fatta per le famiglie benestanti, i tibetani, tradizionalmente nomadi, usavano davvero pochi mobili. Considerando poi che la popolazione del Tibet è sempre stata poco numerosa (attualmente gli abitanti di etnia tibetana sono circa sei milioni) è ragionevole dedurre che i mobili non furono mai costruiti in grandi quantità. 
Inoltre, la gran parte dei mobili si trovava nei monasteri, la maggioranza dei quali andò distrutta ad opera dei cinesi durante la 'Rivoluzione Culturale'. E, con i monasteri, furono distrutti anche la maggior parte dei mobili.

i mobili tibetani, costruiti con legno di pino rosso ed altri legni leggeri himalaiani, sono apprezzati più per i fastosi dipinti e le decorazioni intagliate che non per la tecnica costruttiva.


LE FORME DEI MOBILI TIBETANI

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Comodino d'epoca tibetano

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Tappeto d'epoca tibetano

 

Mobiletti.
I pezzi di gran lunga più comuni sono i mobiletti rettangolari di varie dimensioni. Venivano usati per riporvi qualunque cosa, dal cibo agli oggetti religiosi. Per dimensioni e funzione sono molto simili alle cassettiere che si usano nei Paesi occidentali. Si sposano quindi molto bene con l'arredo delle case occidentali.
Tuttavia, sono pochi i mobiletti tibetani con cassetti. Per lo più hanno due coppie di porte. E le porte non ruotano su cardini applicati, ma su pioli che fanno da perno.
Generalmente, l'interno del mobiletto è diviso in due comparti da un ripiano. A ciascuno dei due comparti (superiore e inferiore) si accede attraverso due porte. Le quattro porte (due sopra e due sotto) si possono facilmente rimuovere. Basta aprirle e far scorrere verso il centro il piolo inferiore di ciascuna. Sul piano frontale, a ciascuna delle quattro porte si affianca un pannello fisso, largo generalmente quanto la porta. Molti mobiletti presentano un pannello mobile che chiude lo spazio compreso tra il fondo del mobiletto stesso e il suolo.

I mobiletti tibetani sono invariabilmente costruiti a mortesa e tenone, con la parte superiore (top) fissata con pioli di legno. Sono incollati e quindi sono tenuti insieme senza uso di chiodi o viti. Sono normalmente dipinti solo sulla parte frontale. Qualche volta ci sono semplici disegni sui lati. Si possono anche trovare mobiletti con un solo lato dipinto. Tale eccentricità indica che originalmente il mobiletto faceva parte di una coppia. Infatti, i mobiletti costruiti in coppia venivano collocati uno a fianco dell'altro. Si riteneva quindi inutile dipingere i lati interni della coppia, in quanto non visti. Nel tardo novecento, i pannelli superiori del piano frontale, originalmente di legno dipinto, sono stati sostituiti da vetri e le due porte sono state allargate sino a comprendere anche il pannello fisso. Ognuna delle due porte, quindi, è larga quanto metà della fronte del mobiletto. Di conseguenza si è reso necessario irrobustire sensibilmente i pioli su cui le poste stesse sono incardinate. Nessuna modifica è stata apportata alla parte inferiore. Le due porte inferiori sono rimaste interamente di legno e larghe ciascuna quanto un pannello.

Tavoli tibetani.
Sia nei monasteri che nelle case dei benestanti venivano usati tavoli dalle forme più svariate. Alcuni tavoli venivano usati semplicemente per servire il cibo o il tea, mentre altri avevano una funzione cerimoniale e venivano usati per porvi oggetti rituali. C'erano anche tavoli pieghevoli, destinati ad essere trasportati da un luogo all'altro da parte dei monaci o dei funzionali governativi. Ed è proprio nella decorazione dei tavoli che gli intagliatori tibetani hanno dato mostra di grande maestria. Infatti molti tavoli sono scolpiti in modo molto elaborato. I motivi più ricorrenti sono costituiti da dragoni e altri fantasiosi animali, fogliame, piante rampicanti e bambù. Quasi sempre le parti intagliate sono anche dipinte.

C'è una grande varietà nelle forme dei tavoli, più che in ogni altro tipo di mobile tibetano. Alcuni tavoli sono costruiti esattamente come i mobiletti e si distinguono da quest'ultimi solo dal fatto che sono più bassi. Altri sono leggeri e ariosi con fianchi e retro intagliati a tutto tondo. Alcuni hanno le gambe alte, mentre altri sono ben appoggiati al suolo, come dei veri e propri mobiletti. Ci sono tavoli con sportelli mobili che chiudono un comparto, come nei mobiletti. Alcuni tavoli hanno cassetti laterali lunghi quanto il tavolo stesso. Altri ancora sono aperti sul retro. Di quest'ultimi, pochi sono senza un ripiano.

Contenitori (bauletti) tibetani.
Assieme ad alcuni tavoli, i bauletti sono fra i più antichi esempi di ciò che rimane del mobilio tibetano. Molti risalgono al seicento, al settecento o all'ottocento. A partire dal novecento, furono sostituiti dai mobiletti, che consentono un più facile accesso al loro contenuto. Detti contenitori si possono paragonare, quanto a forma e dimensioni, alle cassapanche a sei tavole del mondo occidentale.

Alcuni contenitori furono dipinti direttamente sul legno grezzo. Altri furono ricoperti di tessuto prima di essere dipinti. In numero inferiore furono rivestiti di pelle e poi dipinti. Spesso si usava il gesso per le decorazioni in rilievo. Alcuni contenitori sono rifiniti con pelle naturale o dipinta, qualche volta con pannelli decorativi di broccato o pelliccia colorata.
Nella maggior parte dei casi, venivano inchiodati al contenitore rinforzi di ferro sagomati a freccia o angoliere di ottone e cinghie laterali allo scopo di irrobustire i lati e aggiungere elementi decorativi. Le parti superiori venivano solitamente incardinate con anelli di ferro.

La varietà dei motivi decorativi dei contenitori non è così grande come nei mobiletti o nei tavoli. Generalmente, ma non sempre, c'è un medaglione centrale contenente da uno a tre draghi che reggono un vassoio di gemme. Il resto del campo è completato con un disegno ispirato a motivi floreali o tessili, strettamente simmetrico, con un bordo esterno e volute ornamentali agli angoli.

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Madia d'epoca tibetana

 

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Madia d'epoca tibetana

 

Altri tipi di mobili tibetani.
Oltre ai tipi più sopra descritti, gli oggetti di mobilio tibetano sono davvero pochi. Si trovano contenitori di statue, scatole-altare, grandi cornici per 'tanka', scatole verticali per la ruota della preghiera, e qualche altro oggetto per usi particolari. Molti pezzi venivano costruiti per specifici scopi o ambienti dando così luogo a oggetti ibridi quali tavoli con caratteristiche di mobiletti, o mobiletti da utilizzare come altari.
Mobiletti a guisa di scatole di dimensioni differenti da quelle delle scatole venivano ad esempio costruiti per riporvi le ruote della preghiera, e così via. Vale la pena di citare due tipi di mobili per uso specifico: il 'pegum' e il 'thorgum'. Il 'pegum' è un tavolo alto (o un basso mobiletto) con la variazione di avere sul fondo una tavola smerlata. Era specificamente usato come luogo dove leggere le pagine di un libro religioso e come tale aveva una importante collocazione sia nei templi sia nella stanza dell'altare di famiglia.

I 'Thorgums' sono mobiletti, generalmente con una o al massimo due porte, usati per riporvi il 'thorma', offerte cerimoniali fatte di burro di yak e 'tsampa' (farina d'orzo tostata) o altre offerte per propiziare gli dei adirati. Le porte sono generalmente dipinte con illustrazioni tantriche, un tipo di decorazione molto più libera di quelle comuni agli altri tipi di mobili tibetani. I 'thorgums' vengono aperti una sola volta all'anno.


I MOBILI TIBETANI -II-

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Madia d'epoca tibetana

 

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Madia d'epoca tibetana

 

Generalità.
Ogni pezzo di mobilio tibetano è avvolto nella storia, nel simbolismo e nel mistero del lontano Oriente. Le forme, lo stile e la funzione, così come i colori, i disegni ed i motivi, acuiscono il grande interesse per i mobili tibetani. Va detto che solo le famiglie benestanti e i monasteri potevano permettersi dei mobili, non certo la maggioranza della popolazione, costituita da poveri nomadi. I mobili tibetani sono costruiti con pino rosso o cedro, i soli legni disponibili a quelle altitudini. Inoltre, ogni pezzo è unico, a meno che non faccia parte di una coppia. Le vernici venivano fatte con la resina tratta dal pellame degli animali. I colori venivano estratti dai fiori, dai vegetali e minerali e mescolati con la resina.

Nella sua unicità, questa resina colorata conferisce alla vernice la necessaria consistenza e la proprietà di resistere al tempo. Non è riproducibile con le moderne vernici sintetiche.
I vecchi pezzi di mobilio vengono spesso rinvenuti coperti da strati di sporcizia e unto proveniente dal fumo delle candele fatte con burro di yak e degli incensi. Ciò ha preservato il legno e la squisitezza dei colori.

Tipologia.
Si distinguono cinque principali tipi di mobili tibetani:
- contenitori/bauli ('gam');
- mobiletti ('chagam');
- tavoli;
- 'pegams';
- 'torgams'.

I più comuni sono i contenitori/bauli e i mobiletti.

Contenitori/bauli.
In tibetano si dicono 'gam', che significa appunto contenitore.
Sono probabilmente la più antica forma di mobilio, quella che meglio risponde alle esigenze dei popoli nomadi. Risale al quattordicesimo secolo. l 'gam' venivano usati per riporvi abiti e oggetti vari.
La struttura e le decorazioni pittoriche sono la prima fonte di informazione sui pezzi. l' gam' provengono in genere da Lhasa e Xigatse, dove vivevano e operavano gli artigiani-artisti del tempo.
Possono anche provenire dalla regione Lhoka che si trova nel sud-est, a sud di Lhasa. II coperchio e il davanti sono intagliati con grande maestria.

Mobiletti.
In tibetano si chiamano 'chagam'. Il prefisso 'cha' deriva da 'chala', che significa bene. Contenitore di beni, dunque. Infatti i mobiletti vengono usati per riporvi ogni genere di oggetti, da quelli di culto agli utensili di cucina. I più antichi mobiletti risalgono al diciassettesimo secolo. La maggior parte provengono dalle regioni di Lhasa e Xigatse.

Tavoli da scrittura.
I tavoli da scrittura venivano usati nei monasteri come tavoli da tea o altari. La maggioranza di questi tavoli risale al quattordicesimo secolo. Quelli del quindicesimo secolo sono verniciati molto semplicemente, di solito in rosso. Quelli più antichi presentano complesse decorazioni a intaglio. I tavoli in genere hanno alcune particolari caratteristiche. I pellegrini, ad esempio, preferivano tavoli pieghevoli, che sono piccoli e molto facilmente trasportabili. Questi tavoli hanno tre lati. Si piega il sopra e poi i due lati.

Pegams.
II prefisso 'pe' deriva da 'pecha', che significa carte da preghiera.
I 'pegams' hanno una forma simile a quella dei mobiletti, ma dal piano superiore si alzano un piccolo pannello di fondo, spesso smerlato, e due pannelli laterali, più bassi. In tal modo il mobiletto assume l'aspetto di un pulpito. I 'pegams' erano usati per riporvi le carte delle preghiere e i libri delle scritture. I più piccoli venivano usati per leggere le carte delle preghiere, i più grandi per conservare le carte stesse. Risalgono al quindicesimo secolo.

Torgams.
II prefìsso 'tor' deriva da 'Torma'. Il 'Torma' rappresenta gli spiriti maligni ed è fatto con il 'Champa', ovvero orzo cotto nella terra. Per proteggere la famiglia dagli spiriti maligni, una volta all'anno si fa un rituale (chiamato 'Yangdup') con il 'Torma'. Dopo la preghiera, il'Torma' viene riposto nel 'Torgam' e lasciato lì sino all'anno seguente, quando si ripete il rituale.

Simbologia.
Simboli tibetani.
I simboli tibetani hanno generalmente più significati.
I motivi simbolici maggiormente usati sono i dragoni e i fiori.

Dragoni
Rappresentano il potere, la forza e la vittoria.
Spesso reggono vassoi di gemme.
Si notano spesso due dragoni che proteggono e difendono un vassoio di gemme o anche il 'Cintamani' (il gioiello fiammeggiante).
E' un simbolo che risente dell'influenza cinese.

Leone delle nevi.
Rappresenta forza e potere.
I leoni delle nevi sono i più forti animali delle montagne.
Sono originali creature mistiche tibetane.

Zeepata.
Un 'zeepata' ha il corpo del drago e la testa del maiale.

Khyung.
E' la versione tibetana del 'Garuda', dal corpo umano e la testa di uccello.
Si vede spesso con un serpente in bocca.

Otto simboli di buon auspicio.

Conchiglia
Simbolizza il suono che produce e questo suono può essere udito ovunque.

Ombrello
Simboleggia la protezione e si dice che ripari l'interno universo. L'ombrello si trova anche sopra gli 'stupa' e le 'ruote della preghiera 'portatili.

Ruota della preghiera o 'dharma'
Simboleggia il fatto che la religione è ovunque, girando intorno continuamente.

Pesce
Rappresenta la vulnerabilità della religione, significando che il Buddismo è facilmente adattabile.

Pema o Lotus
Indica una deità e rappresenta la bellezza.

Vaso o brocca
Contiene l'acqua sacra.

Bandiera della vittoria
Simboleggia la vittoria della religione.

Nodo senza fine
E' simbolo dell'unità.

Fenici e uccelli
Non hanno un particolare significato, ma rappresentano in genere la bellezza. Secondo la tradizione cinese, solo regine e principesse indossano abiti con la fenice. Re e principi indossano invece abiti con il dragone.

Simboli cinesi.
La tradizione cinese e il Buddismo si influenzano a vicenda,per cui il simbolismo cinese si può a volte trovare anche nell'arte tibetana.

Pipistrello
Simboleggia felicità e longevità.
Il pipistrello si trova spesso nei motivi decorativi, ed è a volte tanto elaborato da sembrare una farfalla.
E' generalmente dipinto di rosso, il colore della gioia.

Tigre
La tigre era molto comune nell'antichità. E' il signore di tutte le creature terrestri.
Viene dipinta sulle pareti per scacciare i demoni dalle case e dalle vicinanze.

Coniglio
E' il simbolo della longevità.

Dragone
Simboleggia forza e divinità. Ha il corpo di serpente ed è molto popolare nel Buddismo. I dragoni celesti proteggono le abitazioni degli dei. Lo spirito dei dragoni produce vento e pioggia, a beneficio dei monaci.
I dragoni custodiscono il tesoro nascosto.

Gazza
E' conosciuta come l'uccello della gioia.
E' sgradevole e nociva e fastidiosa per i contadini.
Eppure, chi ode una gazza mentre medita su una decisione riceverà gioia e incoraggiamento.
Se una gazza fa il proprio nido vicino ad una casa, chi vi abita avrà buona fortuna.
II verso di una gazza vicino ad una casa significa che arriva un visitatore.

Gru
E' uno dei tanti simboli di longevità. Simbolo dell'età avanzata.
La gru celeste o la gru benedetta indica le meravigliose qualità attribuite alla gru nel suo secondo ruolo di simbolo della saggezza.
Come tutti i simboli, anche la gru si presta a diverse interpretazioni a seconda del contesto pittorico di cui fa parte.

Azalea
Chiamata anche il fiore tigre, questa pianta velenosa viene usata nella medicina.
E' l'emblema delle donne.

Stagioni dei fiori.

Estate: lotus e peonia
Il lotus è sacro nel Buddismo ed è simbolo di purezza e perfezione. E' uno degli otto simboli buddisti di buon auspicio.
Si dice che il lotus sbocciò il giorno della nascita di Buddha.
E' il simbolo dell'estate e della fecondità.
La peonia è la regina dei fiori. E' l'emblema del benessere e della distinzione. Si presenta in diversi colori, ma il rosso è il più ammirato e quello che ha più valore.
Secondo la leggenda, una donna chiamata Peonia Bianca sfidò l'immortale Lu Dong He negli sport amorosi. Il duello durò tutta la notte, ma alla fine lei vinse facendogli il solletico!

Autunno
II Crisantemo è simbolo di longevità e durata. Le sue foglie secche producono un ottimo tea. Si usava aggiungere petali di crisantemo al vino di riso dell'anno precedente. Ci sono moltissime liriche sul crisantemo.

Primavera
I cinesi hanno coltivato la magnolia sin dai tempi dei tempi. SoloFimperatore era autorizzato a possederla. I boccioli di magnolia simbolizzano la bellezza femminile, anche se a volte sono sostituiti dalla peonia. Rappresenta la compagnia notturna.

Inverno
Il 'fior di pruno' simbolizza lunga vita perché fiorisce su rami senza foglie e apparentemente senza vita. E' anche il simbolo della verginità. I suoi cinque petali rappresentano le cinque divinità della buona fortuna. E i cinque popoli che hanno reso grande la Cina: Cinesi, Manciù, Mongoli, Maomettani e Tibetani Cinesi, fissano gli alberi di pruno per spegnere la sete. La leggenda infatti dice che un artista che stava attraversando il deserto, non riuscendo a trovare alcuna sorgente, dipinse un albero di pruno con tanta bravura che ogni volta che lo guardava la sua bocca si inumidiva aiutandolo a non patire la sete.
Il 'bambù' è uno dei più importanti prodotti naturali della Cina. Simboleggia la giovinezza. E' spesso citato nei proverbi e oggetto di molte storie. Di bambù erano gli strumenti dell'arte della calligrafia. Anche i fuochi d'artificio venivano fatti con il bambù, il quale esplode con forte boato quando viene posto sul fuoco.
Si pensava che allontanasse i demoni e proprio per questo veniva usato nelle celebrazioni del Nuovo Anno e in altre festività.
Il 'pino' è simbolo di longevità e saldezza in quanto rimane bello dritto anche al freddo dell'inverno e non perde i propri aghi.
Il 'pino' e il 'cedro' sono considerati al di sopra di tutti gli altri alberi e
simboleggiano l'autodisciplina. Dal momento che gli aghi di pino crescono a coppie, è anche il simbolo della benedizione nuziale.

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